mercoledì 20 agosto 2014

Mutilazioni genitali femminili e Islam





Mutilazioni genitali femminili secondo le indicazioni del califfo Abu Bakr al-Baghdadi

La jihad del sesso e le mutilazioni genitali femminili come propaganda per attirare nuovi miliziani combattenti.

Nonostante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite abbia adottato una risoluzione volta a porre fine alle mutilazioni genitali femminili, il califfo Abu Bakr al-Baghdadi ha deciso di adoperare la circoncisione femminile, che consiste nella rimozione parziale o totale dei genitali esterni nel territorio che pretende di controllare.

Questo è solo l'ultimo atto del discusso e fuori dal tempo califfo, che ha deciso di riportare al medioevo il suo territorio. La motivazione principale riguardo l'ultima sua idea, è che questo servirà a salvare dal peccato le ragazze. Secondo fonti arabe, nei giorni scorsi la sorte sarebbe toccata a 28 ragazzine, e l'intento è di estendere la terribile mutilazione su tutte le ragazze e le bambine che abbiano la sfortuna di abitare in quelle terre.

Questo in un periodo storico dove, grazie alle campagne dell'Onu e dell'Unicef, si sta lentamente riducendo il numero delle donne che hanno subito la barbara operazione, ma sono ancora un numero assurdo. Sembra siano addirittura 125 milioni in 29 Paesi africani e mediorientali ad averlo subito. Però quello che preoccupa in questo momento sembra essere la controtendenza, dopo tanto lavoro delle organizzazioni internazionali, di queste pratiche abbinate ad un Paese uscito da poco da una guerra e dove si sta risvegliando il potere religioso fondamentalista grazie all'autoproclamatosi califfo dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.

Eppure questa sua crociata contro le donne non sembra essere legata così tanto al sesso, in quanto secondo le sue indicazioni, molte ragazze vengono convinte a diventare spose dei partecipanti alla jihad islamica, con brevi contratti matrimoniali, onde allietare, specie se arrivate vergini, fino a varie decine di miliziani. Le ragazze vengono importate da vari Paesi arabi, primo fra tutti la Tunisia, e dopo rapporti con anche un centinaio di uomini, tornano in patria malate o con i frutti di questi contratti di matrimonio facenti parte della Jihad del sesso. Non ci rimane che sperare che la comunità internazionale faccia qualcosa per portare un po' di pace in quell'angolo del pianeta, dove ormai da troppo tempo si susseguono personaggi che arrivano al potere silenziosamente, provocando poi danni a livello sociale ingentissimi.




http://it.blastingnews.com/cronaca/2014/07...i-00113537.html