giovedì 21 marzo 2013

Infezioni alle vie urinarie nei bambini



Infezioni alle vie urinarie nei bambini

Le infezioni alle vie urinarie nei bambini: come riconoscerle e curarle. Generalmente non si tratta di disturbi gravi ma è importante riconoscerli e curarli tempestivamente perchè, se trascurati, possono danneggiare i reni



Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono molto frequenti in età pediatrica tanto che la loro incidenza è stimata nel 7,5% tra i bambini che si presentano al pronto soccorso con febbre che supera i 38°C. Generalmente non si tratta di disturbi gravi ma è importante riconoscerli e curarli tempestivamente perchè, se trascurati, possono danneggiare i reni. Nei neonati (sotto il 1 anno di vita) il rischio di contrarre un'infezione alle vie urinarie (anche se alcuni studi più recenti smentirebbero questo) è maggiore nei maschietti rispetto alle femminucce, con una percentuale rispettivamente del 7% e del 3,2%. Questo perchè c'è una maggiore frequenza di malformazioni delle vie urinarie nei neonati maschi.
Nei bambini al di sotto degli 11 anni la situazione si capovolge, ossia il rischio risulta maggiore nelle femmine rispetto ai maschi per via della vicinanza del retto all'uretra. La causa principale dell'insorgenza delle infezioni alle vie urinarie è la presenza di batteri, mentre più raramente l'infezione può essere originata da virus o funghi. Le forme più frequenti di infezioni delle vie urinarie si dividono in tre categorie:

Batteriuri asintomatica: è una patologia di lieve entità che non presenta sintomi ed è provocata da batteri a bassa virulenza. Si individua in genere attraverso esami delle urine o urinocolture occasionali e non richiede una terapia, tranne che per i pazienti immunodepressi (portatori di trapianto renale, diabetici, etc.).

Infezione urinaria bassa sintomatica o cistite acuta: può essere favorita da fattori locali, quali infezioni vaginali e del glande, fimosi (restringimenti), sinechie (aderenze) delle piccole labbra etc. Tra i sintomi prevalgono i disturbi nella minzione con febbre che generalmente non supera i 38° C. Nel lattante i sintomi possono essere aspecifici. Alle volte può comparire sangue nelle urine alla fine della minzione, anche con coaguli. Dall'esame ecografico si può individuare un aumento dello spessore della parete vescicale. Questa tipologia di infezione riguarda principalmente le bambine in età prescolare

Infezioni urinarie basse ricorrenti: sono molto frequenti nelle femmine in età scolare e sono spesso associate a disfunzioni vescicali e dello sfintere uretrale esterno

Nel 30 - 40% dei casi si associano a reflusso vescico-uretrale, di solito di lieve entità. È frequente la concomitanza con vulvo-vaginiti, sinechie delle piccole labbra e stipsi. La terapia può comprendere, oltre ad un trattamento specifico antibatterico, anche una rieducazione minzionale e l'utilizzo di farmaci che regolano la muscolatura vescicale

Infezione urinaria alta o pielonefrite acuta (PNA): è caratterizzata generalmente da febbre elevata accompagnata da brividi e dolori lombari o addominali. Questo tipo di infezione non è sempre facile da diagnosticare ed spesso associata ad una malformazione delle vie urinarie (nel 40% dei casi a reflusso vescico-uretrale) e/o a disfunzioni.

Per riconoscere un'infezione delle vie urinarie è molto importante individuare i sintomi che, come abbiamo visto, non sempre sono specifici o eclatanti. Ad esempio nei lattanti e nei neonati il sospetto di un'infezione di questo tipo deve nascere anche in presenza di sintomi aspecifici come febbre, irritabilità, scarso aumento di peso, pianto durante la minzione, disturbi gastroenterici, urina maleodorante, arrossamento all'interno delle cosce e ittero. Nei bambini più grandi invece occorre fare attenzione alla presenza di disturbi minzionali, cioè se il piccolo avverte dolore nella zona lombare o bruciore mentre fa pipì e se si verificano episodi di incontinenza.

In presenza di tali sintomi è necessario rivolgersi subito al medico. La diagnosi sulla presenza o meno di infezioni alle vie urinarie è possibile attraverso due esami specifici: l'esame completo delle urine e l'urinocoltura. Questi esami devono essere effettuati prima d'iniziare l'eventuale terapia con gli antibiotici perchè anche una sola dose di antibiotico può rendere sterili le urine impedendo quindi di identificare il germe responsabile dell'infezione. Altri esami che vengono effettuati una volta che l'infezione è passata sono l'ecografia renale e la cistografia.

Soprattutto nel caso di infezioni alte può essere eseguita anche una scintigrafia renale statica al fine di valutare gli eventuali esiti dopo un certo periodo di tempo. Nel caso delle infezioni delle basse vie urinarie si interviene in genere con un ciclo di 3-5 giorni di terapia antibatterica per via orale. Con cicli di questa durata è possibile prevenire gli effetti collaterali degli antibiotici e le alterazioni della flora batterica intestinale.

Se si è in presenza di una infezione alle alte vie urinarie il ciclo di terapia deve avere una durata maggiore (almeno 10 giorni). Una volta diagnosticata un'infezione del genere, come nel caso della pielonefrite acuta, la terapia va iniziata prima possibile. Infatti se si interviene tempestivamente, entro 48-72 ore dall'esordio dell'infezione, è possibile prevenire i possibili danni ai reni. A seconda dei sintomi e dell'età del bambino la terapia può essere effettuata a casa oppure in ospedale. Il ricovero viene in genere consigliato per i bambini più piccoli in presenza di febbre elevata, vomito o segni di disidratazione