«Serve un’intesa con la comunità islamica»
El Marouaki (Mondo Insieme): è un tema da affrontare. Dura la condanna dell’assessore Corradini
«E’ una questione da affrontare. Serve un protocollo d’intesa con la comunità musulmana, così come esiste con quella ebraica affinché le persone possano rivolgersi al servizio pubblico».
E’ Adil El Marouakhi di “Mondo Insieme” a spiegarci cosa è la circoncisione religiosa. E perché possono accadere episodi gravissimi come quello registrato in città.
«La circoncisione è come un atto che i musulmani hanno ereditato dalla religione ebraica – spiega – Bisognerebbe riuscire a costruire un percorso che porti alla luce queste pratiche e permetta di affrontarle, in un contenitore dove ci sia anche l’Ausl. Così come avviene in altri Paesi europei, come in Francia dove le persone sono messe nelle condizioni di potersi rivolgere alle cliniche e sostenere con il servizio pubblico le spese dell’intervento». Come viene affrontata la cosa, ad esempio in una città come Reggio? Le famiglie di religione musulmana in che modo sottopongono i loro figli all’intervento della circoncisione? «Ci sono persone che vanno al di là del confine, ad esempio a Nizza, per far circoncidere i propri figli. Altri, lo fanno quando ritornano per le vacanze nella terra d’origine. Oppure altri – prosegue – come in questo caso, può succedere che tentino di farlo a casa, pensando di fare bene. Ma credo che il caso di questa coppia ghanese sia un’eccezione».
Per Adil El Maroukhi in Italia c’è un vuoto. «In altri Paesi, la questione è stata affrontata – sottolinea – E anche in Italia dovrebbe essere fatto, attraverso un tavolo che metta insieme la comunità religiosa e quella pubblica. Perché la questione vera è la tutela dei bambini che vengono sottoposti a questa pratica, senza che debbano correre rischi inutili».
Il dibattito è comunque aperto. E fa i conti anche con una parte di comunità medica, invece, che ritiene che tale pratica sia pericolosa e traumatica.
Chi esprime forte condanna per è quanto accaduto è l’assessore comunale all’Immigrazione, Franco Corradini.
«Condanniamo queste pratiche clandestine – sono le sue parole – perché questo significa mettere a repentaglio la salute delle persone. Il rispetto delle regole è importante» Prosegue l’amministratore: «Quanto è successo non trova alcuna giustificazione, perché è fuori dalle leggi».
E’ Adil El Marouakhi di “Mondo Insieme” a spiegarci cosa è la circoncisione religiosa. E perché possono accadere episodi gravissimi come quello registrato in città.
«La circoncisione è come un atto che i musulmani hanno ereditato dalla religione ebraica – spiega – Bisognerebbe riuscire a costruire un percorso che porti alla luce queste pratiche e permetta di affrontarle, in un contenitore dove ci sia anche l’Ausl. Così come avviene in altri Paesi europei, come in Francia dove le persone sono messe nelle condizioni di potersi rivolgere alle cliniche e sostenere con il servizio pubblico le spese dell’intervento». Come viene affrontata la cosa, ad esempio in una città come Reggio? Le famiglie di religione musulmana in che modo sottopongono i loro figli all’intervento della circoncisione? «Ci sono persone che vanno al di là del confine, ad esempio a Nizza, per far circoncidere i propri figli. Altri, lo fanno quando ritornano per le vacanze nella terra d’origine. Oppure altri – prosegue – come in questo caso, può succedere che tentino di farlo a casa, pensando di fare bene. Ma credo che il caso di questa coppia ghanese sia un’eccezione».
Per Adil El Maroukhi in Italia c’è un vuoto. «In altri Paesi, la questione è stata affrontata – sottolinea – E anche in Italia dovrebbe essere fatto, attraverso un tavolo che metta insieme la comunità religiosa e quella pubblica. Perché la questione vera è la tutela dei bambini che vengono sottoposti a questa pratica, senza che debbano correre rischi inutili».
Il dibattito è comunque aperto. E fa i conti anche con una parte di comunità medica, invece, che ritiene che tale pratica sia pericolosa e traumatica.
Chi esprime forte condanna per è quanto accaduto è l’assessore comunale all’Immigrazione, Franco Corradini.
«Condanniamo queste pratiche clandestine – sono le sue parole – perché questo significa mettere a repentaglio la salute delle persone. Il rispetto delle regole è importante» Prosegue l’amministratore: «Quanto è successo non trova alcuna giustificazione, perché è fuori dalle leggi».
FONTE: http://gazzettadireggio.gelocal.it/cronaca...amica-1.5949085