Età pediatrica, proposta di legge per alzarla a 18 anni
Innalzare l’età pediatrica fino ai 18 anni. È l’obiettivo di
due disegni di legge, assegnati “in parallelo” alla commissione Igiene e sanità
del Senato e all’Affari sociali della Camera. Identici i contenuti ma differenti
i firmatari: la proposta di Palazzo Madama è iniziativa della senatrice Idv
Giuliana Carlino, quella depositata a Montecitorio è firmato dal deputato Pd
Daniela Sbrollini. Il testo si divide in due articoli appena, il primo dei quali
si apre con il dettato della Convenzione sui diritti del fanciullo dell’89
(ratificata dalla 176/91): «l’età pediatrica è definita quale l’età compresa tra
zero e diciotto anni», di conseguenza «gli accordi collettivi nazionali di cui
all’articolo 8 del d.lgs 502/92 (Medicina generale e pediatria di libera scelta)
si conformano alla disposizione».
In altre parole, come specifica ulteriormente il comma 3, «la competenza dei pediatri di famiglia è stabilita fino al compimento del diciottesimo anno di età». «Consideriamo in modo positivo le due proposte di legge» è il commento di Giuseppe Mele, presidente della Fimp «perché recepiscono le indicazioni internazionali in tema di età pediatrica: l’adolescenza è un periodo estremamente delicato della vita dell’individuo, ed è giusto che a fare da riferimento sia un professionista preparato e dotato degli strumenti con cui affrontare i casi di disagio di quest’età. I social network e i mutamenti della società hanno cambiato profondamente il significato dell’adolescenza, servono professionisti che dispongano di antenne con cui captare i segnali sociali di questo momento. Rischi di polemiche con i medici di famiglia? Non credo, le due professioni credono nel diritto del paziente di scegliere liberamente il proprio curante». [Doctor33.it]
In altre parole, come specifica ulteriormente il comma 3, «la competenza dei pediatri di famiglia è stabilita fino al compimento del diciottesimo anno di età». «Consideriamo in modo positivo le due proposte di legge» è il commento di Giuseppe Mele, presidente della Fimp «perché recepiscono le indicazioni internazionali in tema di età pediatrica: l’adolescenza è un periodo estremamente delicato della vita dell’individuo, ed è giusto che a fare da riferimento sia un professionista preparato e dotato degli strumenti con cui affrontare i casi di disagio di quest’età. I social network e i mutamenti della società hanno cambiato profondamente il significato dell’adolescenza, servono professionisti che dispongano di antenne con cui captare i segnali sociali di questo momento. Rischi di polemiche con i medici di famiglia? Non credo, le due professioni credono nel diritto del paziente di scegliere liberamente il proprio curante». [Doctor33.it]