domenica 18 dicembre 2011

Mutilazioni femminili e pediatri americani

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Mutilazioni genitali femminili e pediatri americani

Oggi parliamo di mutilazioni genitali femminili (MGF). Sono forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali. Sono una pratica diffusa principalmente in alcuni paesi dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia. Nei villaggi dei paesi interessati vi sono donne, generalmente anziane e autorevoli, che con rudimentali strumenti, in condizioni igieniche precarie, con anestetici e disinfettanti naturali, intervengono sulle bambine. In alcune culture vi è la credenza che soltanto con la rimozione del clitoride una donna possa raggiungere la maturità e divenire a pieno titolo componente della comunità. Le MGF sono considerate una forma di controllo sulla sessualità della donna che solo privata di una parte dei suoi organi genitali potrà mantenersi vergine e casta. Hanno anche la funzione di “purificare la donna” dei genitali esterni perché, secondo alcune tradizioni, questi hanno effetti negativi sulla sua salute mentale, sulla vita del marito e dei futuri figli. Vi sono poi delle motivazioni psicologiche e sessuali. In alcune comunità si tende a sostenere la necessità di MGF per prevenire una incontrollata attività sessuale delle giovani donne, dovuta a una crescita eccessiva del clitoride, che aumenterebbe il desiderio sessuale. Le mutilazioni sarebbero quindi necessarie per preservare la castità delle giovani donne che possono così giungere al matrimonio vergini, per tutelare gli uomini e l’intera comunità da una vita sessualmente dissoluta. Si crede inoltre che il restringimento della vagina possa provocare un maggior piacere per l’uomo nel rapporto sessuale e quindi prevenire infedeltà e divorzi. In alcune comunità si crede infine che le MGF possano favorire la fertilità.

Gli organismi internazionali (OMS, Unicef, Unfpa), gli stati, sia occidentali che africani o medio orientali, sono tutti concordi nel ritenere che le MGF rappresentano una grave violazione dell’integrità fisica, psichica e morale delle donne, e di uno dei diritti umani fondamentali che è il diritto alla salute. È dimostrato da diversi studi, come dall’attività medica quotidiana, che queste pratiche comportano serie conseguenze sulla salute fisica e mentale delle bambine e delle donne, anche per le patologie legate alle complicanze che ne derivano che dipendono dalla gravità delle mutilazioni, dalle condizioni igieniche in cui sono eseguite e nelle quali abitualmente vivono le donne, dall’abilità delle persone che eseguono l’intervento.

Perché ne sto parlando? Perché l’American Academy of Pediatrics (AAP) il primo maggio aveva diffuso un pronunciamento in cui si sosteneva la possibilità di permettere ai medici negli USA di operare un piccolo “taglio rituale” al clitoride delle bambine che sostituisca forme più gravi e pericolose di mutilazioni. Questo per evitare che le famiglie di immigrati legate a questa tradizione mandino le giovani figlie nel paese di origine o in contesti clandestini non igienici negli USA.

1999 RECOMMENDATIONS

Opposes all forms of female genital mutilation (FGM).

Recommends that its members provide patients and their parents with compassionate education about the physical harms and psychological risks of FGM.

2010/2011 RECOMMENDATIONS

Opposes all forms of FGC that pose risks of physical or psychologicalharm.

Recommends that its members provide patients and their parents with compassionate education about the physical harms and psychological risks of FGC while remaining sensitive to the cultural and religious reasons that motivate parents to seek this procedure for their daughters.

Di fronte a questa presa di posizione dell’AAP vi è stata una levata di scudi da parte di attivisti che hanno sottolineato come quelle indicazioni siano incoerenti da un punto di vista etico e medico e in contrasto con la costituzione, le leggi e i diritti umani.

Di conseguenza, nei giorni scorsi l’AAP ha diffuso un nuovo comunicato in cui fa marcia indietro affermando la propria forte opposizione alle MGF e chiedendo ai propri membri di non mettere in atto tali procedure, neppure i surrogati.

E in Italia come ci si regola? Da noi è in vigore la legge 7/2006 nel cui articolo 6 si afferma: “Chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili è punito con la reclusione da quattro a dodici anni. Ai fini del presente articolo, si intendono come pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili la clitoridectomia, l’escissione e l’infibulazione e qualsiasi altra pratica che cagioni effetti dello stesso tipo. […] La pena è aumentata di un terzo quando le pratiche di cui al primo e al secondo comma sono commesse a danno di un minore ovvero se il fatto è commesso per fini di lucro”.

Senza compromessi e senza sconti.