mercoledì 17 dicembre 2014

Algeria, ospedali in tilt. Troppe circoncisioni durante il Ramadan





Algeria, ospedali in tilt. Troppe circoncisioni durante il Ramadan

Lo rivela un rapporto pubblicato sul sito della tv "Al- Arabya" . Mobilitati 3.500 medici specialisti

Gli ospedali dell'Algeria sarebbero letteralmente in tilt. La motivazione? Troppe circoncisioni.
E'questa la realtà che emerge da un rapporto, pubblicato sul sito della tv satellitare "Al- Arabiya", secondo cui, proprio in questi ultimi giorni di Ramadan, considerati "particolarmente propizi", le strutture ospedaliere dell'Algeria avrebbero registrato un boom di interventi di questo genere.

Complice dell'emergenza sembrerebbe anche il Ministero della Sanità che, proprio alcuni giorni fa, ha infatti diffuso una direttiva molto severa che vieta, nella maniera più assoluta, a medici di famiglia e ambulatori di effettuare il delicato intervento, autorizzando così soltanto i reparti di chirurgia degli ospedali. Il risultato: migliaia di famiglie, con i bambini in età di circoncisione, si sono riversati nelle strutture ospedaliere, costringendo così le autorità competenti a mobilitare ben 3.500 medici specialisti.

www.liberoquotidiano.it/index.html

Il Ministero, in tal modo, si augura di scongiurare tragedie come quella del 2005, quando, nella provincia di Costantina, a Est di Algeri, fu organizzata una circoncisione collettiva, durante la notte del Destino, il 27 del mese di Ramadan, in cui, secondo la tradizione, il Corano fu rivelato al profeta Maometto. Centinaia di bambini, in tale occasione, furono accompagnati in una scuola elementare per essere circoncisi, ma qualcosa andò per il verso sbagliato. 17 di loro subirono gravi amputazioni.

mercoledì 19 novembre 2014

Circoncisione in Marocco





La circoncisione in Marocco

Una musica allegra fatta da percussioni e trombe avvisa del passaggio di qualcuno…qualcuno di importante.. ti affacci alla porta e dal vicolo stretto e anonimo ti appare, come per magia, una scena da film, da racconto delle Mille e una notte. Un corteo di musicanti vestiti con candidi jellaba bianchi in testa alla parata, subito dopo uno splendido cavallo bianco bardato in oro e rosso con in sella un giovane uomo che stringe a se un infante, vestiti di bianco come la neve, in contrasto con la loro pelle scura. E poi un susseguirsi di bambini che cercano di arrivare per primi alle caramelle che vengono gettate dai due cavalieri. E poi ancora risa, urli e canti che coinvolgono prima tutta la strada, poi il quartiere intero. Questa è la circoncisione vista dal di fuori, ma non è mai una festa per il bambino. Praticata esclusivamente per ragioni religiose, la circoncisione concerne tutti i marocchini. Tecniche tradizionali e medicina moderna si dividono un mercato milionario, in nome del Corano.

Se bisogna cercare un denominatore comune a tutti i marocchini di sesso maschile, di sicuro é la circoncisione, salvo casi rari nessun maschio puo’ scappare. Moktar Bourak è un “Hajjam“, di padre in figlio, da generazioni. Una sorta di barbiere polivalente che pratica indifferentemente l’estrazione dei denti, i salassi e la circoncisione. Il “mestiere” l’ha appreso sul campo e, a 70 anni, riesce ancora a circoncidere i bambini ed averli come primi pazienti. Questo avviene a Derb Chorfa, quartiere popolare di Casablanca dove quasi tutta la popolazione maschile è passata tra le sue mani esperte.

I veri Hajjam vantano un punto di onore e professionalità dichiarando la disinfezione degli utensili, essenzialmente delle forbici, con acqua di Javel (comune candeggina da pavimenti). Dichiarano anche di effettuare visite post-operatorie e di prescrivere i medicinali, in caso di piccole complicazioni. Mai parlare però di anestesia, non è una cosa naturale! Il Sign. Bourak nel momento di massimo splendore della sua carriera riusciva a circoncidere anche 50 bambini in una sola giornata: questo succedeva negli anni ’80. “Le autorità in quel periodo organizzavano delle campagne di circoncisione in grande stile in occasione di feste nazionali o religiose“, racconta con un filo di nostalgia. A titolo di aneddoto: per valutare il lavoro di ognuno, il capo della corporazione degli Hajjama, a fine giornata, procedeva alla conta dei prepuzi tagliati per ogni Hajjam! Quell’età d’oro (!) non esiste più oggi e Mokhtar pratica raramente circoncisioni intensive e comunque sono sempre più rare. Questo da quando le autorità locali preferiscono inviare nelle zone rurali e disagiate medici e infermieri professionisti in questo tipo di operazione.

I marocchini preferiscono sempre di più rivolgersi al bisturi del chirurgo in ospedali pubblici. Il Dott. Abdellah Bouchta, specialista in chirurgia plastica e riparatrice dichiara che il prezzo é comunque accessibili, circa 70 Euro ad intervento e, nel caso di famiglie disagiate il prezzo scende a 18 euro, a condizione di presentare un certificato di indigenza. Ovviamente negli ospedali la tecnica cambia: visita preoperatoria, strumenti sterili, anestesia generale o locale secondo i casi. “Con un anestesia il bambino non si agita quindi è più facile procedere all’operazione ed evitare nel contempo complicazioni” sottolinea il Dott.Bouchta che condanna da sempre la circoncisione all’”antica”. Un chirurgo di una clinica privata di Marrakech tende a sottolineare quanto sia importante non sottovalutare il dolore e lo schock subiti dal bambino che, occasionalmente possono avere delle conseguenze psicologiche a lungo termine. Non è per niente che nella tradizione marocchina, la circoncisione è da sempre accompagnata da una grande festa, con musica e cavallo da parata per cercare di attenuare la sofferenza del bambino. Oggi comunque questa tradizione sta cambiando e i genitori, anziché pagare cavallo e festeggiamenti, preferiscono dare i soldi ad una clinica privata ( sempre più cara del cavallo ma a favore del bambino). L’intervento dura all’incirca 10 minuti ma non è mai un intervento banale, resta un atto medico che esige dei tecnici e una preparazione particolare. Il Dott. Lahbabi, chirurgo al Policlinico CNSS del quartiere Bernoussi di Casablanca attacca gli “Hajjama” con queste parole:” Gli Hajjama non sono in grado di far fronte a complicazioni serie, come emorragie o infezioni e, ancor prima di questo, non hanno nessun tipo di formazione nella pratica e nella assistenza medicale“. Pertanto la CNSS (Ente Mutualistico) come altre Assicurazione persistono nel non considerare la circoncisione come un atto medico ma come un rituale e, in effetti, questo intervento non è rimborsabile. La cosa più scandalosa rimane comunque il fatto che mai nessun Hajjam é stato perseguito dalla legge in caso di complicazioni gravi e decessi e ancor più scandaloso, riferisce un praticante laureato, che l’Ordine dei medici non ha mai fatto nulla contro questa aberrazione. Secondo le credenze, in quanto la Torah non è mai stata messa per iscritto, ma tramandata solo oralmente sino al 4 secolo d.c, Dio ordinò ad Abramo di circoncidersi a 99 anni. Dopo di lui i suoi bambini, iniziando da Ismaele, 13 anni, per finire con Isacco, 8 giorni di vita. Questa sarà la differenza di età che distinguerà il rito ebraico da quello musulmano, in materia di circoncisione. La pratica era già conosciuta nell’Arabia pre-islam, prima di essere ricondotta negli usi tradizionali islamici, anche se di tutto questo non vi è alcuna menzione di obbligo nel Corano.

L’uso tradizionale di accompagnare la circoncisione con una cerimonia è l’occasione per i genitori di mostrare all’entourage parentale che il loro bambino sta diventando uomo. Sempre più raro è vedere un bambino a cavallo davanti ad un ospedale o ad una clinica privata, pratica che nella caotiche città marocchina sta diventando impensabile a farsi!




FONTE: http://myamazighen.wordpress.com/2008/07/0...one-in-marocco/

martedì 11 novembre 2014

Male circumcision and hiv

2008 Oct;98(10):789-94.

Male circumcision and its relationship to HIV infection in South Africa: results of a national survey.

Abstract

OBJECTIVE:

To investigate the nature of male circumcision and its relationship to HIV infection.

METHODS:

Analysis of a sub-sample of 3 025 men aged 15 years and older who participated in the first national population-based survey on HIV/AIDS in 2002. Chi-square tests and Wilcoxon rank sum tests were used to identify factors associated with circumcision and HIV status, followed by a logistic regression model.

RESULTS:

One-third of the men (35.3%) were circumcised. The factors strongly associated with circumcision were age > 50, black living in rural areas and speaking SePedi (71.2%) or IsiXhosa (64.3%). The median age was significantly older for blacks (18 years) compared with other racial groups (3.5 years), p < 0.001. Among blacks, circumcisions were mainly conducted outside hospital settings. In 40.5% of subjects, circumcision took place after sexual debut; two-thirds of the men circumcised after their 17th birthday were already sexually active. HIV and circumcision were not associated (12.3% HIV positive in the circumcised group v. 12% HIV positive in the uncircumcised group). HIV was, however, significantly lower in men circumcised before 12 years of age (6.8%) than in those circumcised after 12 years of age (13.5%, p = 0.02). When restricted to sexually active men, the difference that remained did not reach statistical significance (8.9% v. 13.6%, p = 0.08.). There was no effect when adjusted for possible confounding.

CONCLUSION:

Circumcision had no protective effect in the prevention of HIV transmission. This is a concern, and has implications for the possible adoption of the mass male circumcision strategy both as a public health policy and an HIV prevention strategy.

mercoledì 22 ottobre 2014

Circoncisione 500.000 ragazzi morti o ospedalizzati





Half a million boys killed and hospitalised by tribal circumcision

Research published by the Commission for the Promotion and Protection of the Rights of Cultural, Religious and Linguistic Communities (CRL) claims that more than 500,000 boys have ended up in hospital since 2008 after being subjected to traditional circumcision practices.

The South African media has also revealed that circumcision has killed more than 500 boys in the Eastern Cape region of the country in the past eight years, with the toll reaching 528 last month.

Traditional circumcision is seen as a rite of passage into manhood in some tribal communities. Boys face huge social and cultural pressure to take part in these dangerous rituals and males who haven’t been circumcised are not considered to be real men and face being ridiculed and ostracised.


Circumcision schools have become death traps
In the Eastern Cape of South Africa, boys attend initiation schools where they spend several weeks in the mountains during the circumcision season. “The initiation schools are seen by many as death traps for young people,” said the Reverend Dr Wesley Mabuza, Chair of CRL’s Rights Commission. “The South African society is being confronted with issues that force it to re-examine its ways of doing things”.

South Africa isn’t the only country where traditional circumcision practices are increasingly being recognised as a social problem. In Kenya, men from tribes who don’t practice circumcision are chased and rounded up by members of the Bukusu tribe and forcibly circumcised. Elsewhere, in Australia, the safety of ritual circumcision became a topic of public debate when three boys were airlifted to hospital after being injured in an aboriginal initiation ceremony.



African boys killed by circumcision in UK

The social and cultural acceptance of male circumcision as a legitimate practice places boys in African families all over the world at risk. High profile incidents of African boys being subjected to forced circumcision in the UK include Goodluck Caubergs who died aged just 27 days old after being circumcised by a midwife and Angelo Ofori-Mintah who died aged 28 days old after being circumcised by a Rabbi. Last month we also reported the story of a trainee doctor who divorced her African-born husband after he had their son circumcised without her consent or knowledge.

Those campaigning against male circumcision in South Africa, like the group NOCIRC-SA are currently in a minority. Groups like CRL are not opposed to the ritual, but are focussed on reducing the obvious risks.

CRL Chairperson, Thoko Mkhwanazi-Xaluva said: “We cannot have mothers lose their boys up there and be told only when the other boys come back. At this rate [the practice] is going to die of natural causes because….people are scared of taking their kids to initiation schools.”




FONTE: www.inside-man.co.uk/2014/08/20/hal...l-circumcision/

martedì 21 ottobre 2014

Verruche pene circoncisione

Harefuah.

[Verrucous carcinoma of the penis].

Korczak D, Siegel Y, Lindner A.


Abstract

Malignant tumors of the penis are rare, and constitute only 1% of all tumors in males.

The disease is more common in the black population of the USA

Verrucous carcinoma, often called giant condyloma acuminata, constitutes a subgroup of squamous cell carcinoma of the penis.

The first description was by Buschke in 1925, and was followed by that of Loewenstein in 1939. The tumor is usually limited to the penile glans and does not invade lymph nodes. We present a 44-year-old Arab with verrucous carcinoma treated by partial amputation of the penis. He had been circumcised 11 years previously. During 18 months of follow-up there was no recurrence.



J Am Acad Dermatol.

Penile verrucous carcinoma in a 37-year-old circumcised man.

Kanik AB1, Lee J, Wax F, Bhawan J.

Department of Dermatology, Boston University School of Medicine, MA 02118-2145, USA.

Abstract

Squamous cell carcinoma of the penis is almost exclusively a lesion of older men. It represents about 1% of cancers in men in the United States. Verrucous carcinoma is an uncommon variant that accounts for only 5% to 16% of all penile squamous cell carcinomas. We describe penile verrucous carcinoma in a 37-year-old white man who had been circumcised in infancy. To our knowledge this is the first case report of verrucous carcinoma in a circumcised man without any predisposing penile anatomic abnormalities.

martedì 30 settembre 2014

Sesso maschile





Sesso, in aumento le ricostruzioni dell'organo maschile

ROMA - Sesso maschile, sono in aumento in Italia le ricostruzioni chirurgiche dell'organo e dei genitali esterni: sia quelle legate ad un intervento per la presenza di malformazioni che per una malattia.

«Un incremento - spiega Andrea Tasca, direttore dell'unità operativa di Urologia dell'ospedale San Bortolo di Vicenza al congresso della Società italiana di urologia a Firenze- dovuto soprattutto alla maggiore capacità di intercettare i casi.

Parliamo anche di tumore che può essere affrontato con il bisturi e ricostruito. Ma la conoscenza della prevenzione è ancora bassa». Un maschio su tre apprende le proprie conoscenze sulla disfunzione erettile dalla tv, giornali o internet, contro il 12% dei pazienti colpiti da ipertrofia prostatica che più spesso chiedono al medico o al farmacista. In entrambi i casi c'è un 10% di pazienti che non sa che oggi esistono terapie semplici e molto efficaci per la proroa malattia.

E' quanto emerge dall'indagine condotta dal nuovo Osservatorio pianeta uomo promosso dalla Società italiana di urologia su 1000 over 40 per studiare l'impatto della disfunzione erettile e dell'ipertrofia prostatica benigna sulla qualità della vita. La ricerca presentata a Firenze dimostra «come sia indispensabile - avverte Vincenzo Mirone, segretario generale della Siu - che questi argomenti vengano discussi in modo da fugare paure e dubbi, così da restituire la serenità all'uomo. E' importante perciò che lo specialista diventi il tutor del paziente. Infatti, se i pazienti vengono seguiti e sostenuti dal medico, sono soddisfatti dell cure e non le abbandonano».



FONTE: http://www.leggo.it/SOCIETA/SANITA/sesso_o...ie/925471.shtml

lunedì 29 settembre 2014

Africani praticavano Fgm e circoncisioni a bambini

Mutilazioni sui bimbi caccia alla banda

OLIO per i motori delle auto usato per circoncidere i neonati o per praticare le infibulazioni sulle bambine. E' inquietante lo scenario che emerge dall' indagine della Direzione distrettuale antimafia su un gruppo di nordafricani che avrebbe organizzato un traffico di uomini e donne sino alle coste italiane. Intercettando i componenti dell' associazione, gli agenti della squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Giuseppe Scelsi, hanno scoperto come l' abitudine di circoncidere i bambini sia stata praticata con formee strumenti rudimentali e improvvisati. Come l' olio per i motori delle auto appunto.
Le conversazioni sono eloquenti, chiare per gli investigatori.

AL TELEFONO i trafficanti di uomini e donne, destinate alla prostituzione, parlano degli interventi cui devono essere sottoposti i più piccoli: la circoncisione per i maschi, l' infibulazione per le donne. Si mettono d' accordo sul costo delle operazioni che vengono eseguite clandestinamente. Fanno riferimento all' engine oil, l' olio per i motori delle auto, usato durante gli interventi a cui i piccoli pazienti vengono sottoposti. Ora gli agenti della Mobile stanno cercando di capire dove sia la base operativa dell' organizzazione, di accertare cioè se le sale operatorie clandestine siano state allestite a Bari o in altre città italiane. L' indagine che ha permesso di far luce sul fenomeno è nata da alcuni accertamenti su un gruppo di donne nigeriane, costrette a prostituirsi. E ha portato alla scoperta anche di una strage che, nel marzo scorso, si sarebbe verificata nelle acque tra le coste africane e quelle italiane. Al telefono, i trafficanti si sono rimpallati le responsabilità del naufragio di due barconi sui quali viaggiavano circa 600 immigrati.

Ora i nuovi particolari sulle mutilazioni, sull' utilizzo di olio per il motore delle auto, di sostanza e strumenti inadeguati per operazioni su piccoli pazienti. Come quelli usati, nel luglio del 2008, per circoncidere il bimbo nigeriano di due mesi e mezzo, morto dissanguato a Bari. A sottoporlo all' operazione, in una casa fatiscente di viale Japigia, un giovane immigrato di 28 anni, ospite in quel periodo del centro di permanenza di Palese. Per circonciderlo usò una lametta da barbae come anestetizzante olio di cocco e di palma. Il piccolo morì, dissanguato, dopo alcune ore. (g.d.m.)


FONTE: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...html?ref=search